Errori di politica e strategia militare in difesa dell’Ucraina

I rappresentanti della Nato, del patto atlantico, degli USA, dell’Europa, dopo l’invasione di uno stato indipendente da parte dell’armata russa dovevano schierarsi a fianco del popolo e dell’esercito ucraino fino a costringere quest’ultima al rientro nei propri confini. Il presidente dell’Ucraina doveva chiedere l’intervento diretto della Nato per costringere gli occupanti ed invasori a liberare il proprio territorio e non il semplice invio delle armi.

   La presenza americana ed europea a fianco dei militari dell’Ucraina sarebbe stata giustificata dalla richiesta di uno stato sovrano che vedeva minacciati i propri confini dallo straniero. Questo tipo di politica e strategia è messa in atto dalla Russia per giustificare la presenza di proprie forze militari in molti Stati.

   Venire in soccorso di uno Stato per tutelare i propri confini non richiede la dichiarazione di guerra nei confronti di uno Stato invasore, ma è uno stato di necessità, sopravvivenza e di legittima difesa di una situazione al fine di garantire il diritto internazionale.

   L’azione e la presenza degli alleati a fianco delle forze militari ucraine veniva meno e a cessare nello stesso momento in cui l’esercito dello Stato invasore si ritirava spontaneamente entro i propri confini o ne era costretto dalla sconfitta. Se nella 2^ guerra mondiale gli Anglo- Americani si fossero limitati al solo invio delle armi la fine della stessa sarebbe stata diversa e più cruenta.

   Allo stato attuale non si può prevedere la fine del conflitto, il numero dei morti civili e militari causati dal prolungarsi degli scontri, né i danni materiali ed economici per i belligeranti e per l’economia mondiale.

Il presidente ( Antonio prof. Fasiello )