Taglio dei parlamentari e referendum

 

 

A.Na.Fr.I.

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Prot. n.       _______                                              Acaya _____________

 

Taglio dei parlamentari e referendum

 

   Il governo Berlusconi, il governo Renzi, il governo Conte, in tempi diversi, hanno approvato delle leggi che riducevano il numero dei parlamentari, coerenza vuole (salvo comportamenti poco coerenti) che gli stessi all’unanimità diano indicazioni per il si in occasione del referendum.

   Seicento parlamentari (dovesse vincere il si) in un bicameralismo inutile e parassitario sono troppi, già un monocameralismo di 400 deputati è eccessivo.

   La democrazia non si rappresenta col numero ma con la qualità, l’efficienza, la conoscenza dei bisogni collettivi, con la preparazione e professionalità.

   Il taglio dei membri del parlamento significa anche riduzione del numero delle persone che godono di privilegi, riduzione delle commissioni d’inchiesta parlamentari che si concludono quasi sempre con un nulla di fatto, opportunità di fare a meno di ministri senza portafoglio , vice ministri e sottosegretari istituiti al solo scopo clientelare che comportano solo prebende senza alcuna utilità sociale.

   Parlare di democrazia in uno Stato con 945 parlamentari che coltivano quasi sempre interessi personali e disposti a cambiare casacca ogni qualvolta muta il vento è pura fantasia, credere nel paradiso terrestre.

   Gli elettori non si facciano incantare dalle belle parole, ma colgano l’occasione unica e forse l’ultima per ridurre il numeroso esercito di politici che vivono e vegetano alla spalle dei contribuenti onesti.

   Maggiore è il numero delle persone che fanno politica più lenta è la macchina dello Stato. La burocrazia non nasce dal nulla ma è in diretto rapporto con la politica.

   Coloro che parlano, per il taglio di onorevoli, di carenza di rappresentanza e di democrazia sono in malafede poiché fino ad esso abbiamo avuto un eccesso di rappresentanza.

   Quando il 40 % degli elettori si astiene dal voto significa che non vuole essere rappresentato da nessuno e, di conseguenza, occorreva ridurre in proporzione il numero degli eletti.

   Si sono autoeletti 388 membri del parlamento senza il voto del popolo.

   Per un principio generale e di buon senso si afferma che gli organismi   numerosi sono  più lenti e funzionano meno.

 

                                                                                     Il presidente

                                                                            ( Antonio prof. Fasiello)