(Associazione Nazionale Frazioni Italia)
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In Italia quando si toccano le super retribuzioni o indennità delle tante caste esistenti e i privilegi connessi i diretti interessati la prima giustificazione che presentano è la seguente:
una riduzione degli onorari e dei privilegi è ininfluente al fine di ridurre la spesa pubblica.
Ciò non è assolutamente vero e non trova alcun risconto nella realtà.
Il ragionamento è in parte vero se si limita l’osservazione ad una sola categoria, con l’eccezione dei politici.
La somma totale di tutte le caste, invece, non è di piccoli numeri ma di grandi numeri, infatti, tra
Politici ( parlamento – regioni – sindaci) + pensionati 50.000
Magistrati in servizio + pensionati 15.000
Dirigenti statali + enti pubblici e pensionati (RAI) 60.000
Presidi, ora Dirigenti , + pensionati 15.000
Ufficiali superiori in servizio e in pensione 30.000
si raggiunge un totale di privilegiati di oltre 170.000 persone approssimato per difetto.
Se si pensa che in Italia circa un milione di persone vive esercitando in prima persona o indirettamente l’attività politica si può concludere che l’eliminazione di indennità spropositate e privilegi comporta dei costi spaventosi nell’ordine di miliardi di euro.
Accanto agli stipendi occorre aggiungere diversi privilegi quali auto blu con autisti, indennità di reinserimento, requisiti minimi contributivi per la pensione, spostamenti gratuiti su aerei, treni e mezzi pubblici ecc. ecc. ecc. …
Non si è considerato l’aspetto morale e della dignità individuale ed il contrasto evidente col principio di uguaglianza della Costituzione ( art. 3 ).
In conclusione si può affermare che con l’eliminazione dei privilegi e la riduzione di alte indennità o retribuzioni delle caste o corporazioni (come si diceva una volta) si otterrebbe una riduzione della spesa pubblica dell’ordine del 5 – 10 %, cioè 35 – 70 miliardi di euro.
Distinti saluti Il presidente ( Antonio prof. Fasiello )