Sistema Tributario e Sviluppo
Le imposte devono interessare la tassazione del reddito al momento che viene corrisposto e quando viene speso; cioè IRPEF – IRPEG e IVA.
La ricchezza non deve essere oggetto di doppia o tripla imposizione.
Ad esempio le addizionali comunali e regionali si pagano sul reddito lordo (strano ma vero) mentre dovrebbero gravare sul reddito netto (reddito meno IRPEF)
La proprietà di beni immobili, acquisito con l’investimento del reddito, sul quale è stato già effettuato il prelievo fiscale, non deve essere materia d’imponibile, a meno che non produca nuovo reddito.
I tributi devono gravare una sola volta sul reddito e mai sulla parte di esso che viene capitalizzato.
Le imposte dirette devono colpire il reddito effettivo e/o gli utili o profitti realizzati; le imposte indirette i consumi al momento degli acquisti.
Sommando le aliquote minima dell’IRPEF 23 % a quella 21 % dell’IVA si raggiunge una pressione tributaria del 44 %, senza considerare le addizionali. Siamo già all’assurdo.
Lo Stato dovrebbe prelevare dalle tasche dei contribuenti complessivamente non più del 20 % del reddito o degli utili ed assicurare servizi pubblici efficienti.
E’ necessario che lo Stato, organismo famelico e bulimico, inizi una cura dimagrante con riduzione della spesa pubblica (sperperi, sprechi e costi della politica, privilegi, retribuzioni e pensioni assurde con riferimento al tenore di vita media degli italiani e immorali nei riguardi delle famiglie che vivono in condizioni di povertà) di oltre l’80 %, riducendola pressione tributaria fino a raggiungere l’aliquota sopportabile del 20 %.
L’eccesso di tributi costringe il trasferimento delle imprese all’estero ed induce alla fuga dei capitali, scoraggia investimenti dall’estero e la capitalizzazione di risparmi, funge da remora all’avviamento di attività produttive.
Il Governo dovrebbe assicurare le condizioni perché gli stranieri abbiano convenienza ad investire i loro capitali in Italia, le imprese e società a trasferire le sedi da noi perché c’è ordine pubblico, sicurezza, servizi pubblici efficienti, rendimenti remunerativi del rischio.
Un esempio degli effetti catastrofici dell’aumento dei tributi l’abbiamo sperimentato con l’introduzione dell’IMU (calo dei consumi, aumento della disoccupazione, recessione, svalutazione dei beni immobili, fallimenti, ecc. )
Tutte le misure restrittive per combattere l’evasione si sono dimostrate inefficaci (codice fiscale, partita IVA, redditometro, spesometro, tracciabilità dei pagamenti) con il semplice risultato di rendere difficile la vita al contribuente onesto. Le spese per i maggiori controlli hanno superato le entrate scaturite dalla lotta all’evasione.
Deve finire il malcostume degli aumenti di tributi introdotti sui prezzi dei carburanti per fronteggiare le calamità naturali (alluvioni, terremoti, guerre, epidemie, crisi mondiali ) che da eccezionali diventano eterni.
Con l’ultimo terremoto che ha interessato l’Italia centrale si sperava che il Governo stabilisse la data dell’inizio e la data della fine del tributo pro terremotati.
Immaginate la riduzione del prezzo dei carburanti una volta tolti tutti gli aumenti introdotti in seguito a tutte le calamità naturali ed eventi eccezionali
Niente da fare ! Il lupo cambia il pelo ma non il vizio.
Il presidente
( Antonio prof. Fasiello )