Indennità ai parlamentari,vitalizi, pensioni, stipendi ai massimi dirigenti

Indennità parlamentari,vitalizi, pensioni, stipendi ai massimi dirigenti.

L’esercizio dell’attività politica è svolta su base volontaria ed è un incarico elettivo temporaneo, onorifico.

L’indennità parlamentare, istituita per consentire a tutti e non solo ai ricchi di fare politica, dovrebbe coprire le spese; mentre l’attività professionale del soggetto – posto in aspettativa – continua a produrre i suoi effetti sia ai fini di carriera sia ai fini contributivi per la maturazione della pensione.

Conseguenza naturale di questo assioma è che l’attività politica non dà diritto ad alcun premio di liquidazione o vitalizio o privilegi.

L’estensione del principio dell’art. 69 della C.I. ai consiglieri regionali è un assurdo e non trova alcun giustificazione che potrebbe essere accettato solo se rimane una eccezione limitata al Parlamento, altrimenti si corre il rischio che domani possa essere rivendicato anche a livello provinciale e comunale.

Gli Istituti I.N.P.S. ed I. N . P. D . A.P.  richiedono per la maturazione al diritto della pensione di vecchiaia almeno 20 anni di contributi e non meno di 65 anni di età ed anche più.

Ammesso e non concesso (non essendoci i requisiti giuridici e di fatto) il diritto al vitalizio anche i parlamentari devono maturare 20 anni di esercizio nella funzione e l’età minima di 65 anni o comunque quella richiesta alla generalità dei cittadini.

Senatori e deputati devono essere d’esempio (non di scandalo) e, quindi, volontariamente sottoporsi a regole più rigorose rispetto alle altre persone.

Altro scandalo è la possibilità di maturare contemporaneamente il diritto al vitalizio ed altra pensione. Riportiamo tra migliaia qualche caso: Violante Luciano , Mario Capanna, Giovanni Russo Spena, ecc. ecc. …

Siamo portati a pensare che una delle due pensioni non sia meritata o che il sistema pensionistico sia squilibrato ed ingiusto. A chi molto e a chi niente.I parlamentari per giustificare l’entità delle loro indennità, le più elevate d’Europa, fanno riferimento agli altri Stati : 1° – senza tener conto del tenore di vita superioree del reddito medio – pro capite in questi; 2 – alle alte retribuzioni dei massimi dirigenti degli Enti Pubblici come se l’entità delle  stesse non fossero scaturite da decisioni prese dal Parlamento. Tra l’altro è necessario mettere ordine e fare chiarezza  nell’entità delle retribuzioni e delle pensioni in Italia, fissando minimi e massimi partendo dalle medie nazionali  Si ritiene, salvo il principio di premiare il  merito, che il rapporto (liberandoci da tutte le incrostazioni e pregiudizi di cui siamo schiavi nella società attuale)  dovrebbe essere da 1 a 2 ( una volta rimborsate le spese documentate durante lo svolgimento del lavoro) e solo in casi eccezionali e di tempo breve superarlo.Non si può accettare che la pensione o la retribuzione mensili di una persona possa essere superiore a quelle annuali di un’altra; che il compenso e il rendimento di un calciatore  superi quelli degli altri 10 giocatori; se così fosse il singolo potrebbe sostituire l’intera la squadra.

Distinti saluti

Il presidente ( Antonio prof. Fasiello )

Lascia un commento