La morte delle Località (inghiottite dalla Burocrazia e dall’insensibilità)

Si parla spesso della necessità di mettere al centro della vita sociale la persona singola e con essa la Comunità di appartenenza con relative peculiarità, tradizioni, aspetti tipici ed unici. Si afferma un giorno si e l’altro pure che le diversità sono un valore aggiunto della società, che occorre valorizzarle al massimo unitamente all’identità, partendo da quella locale, che è la più sentita.

L’espressione più usata e di moda è “piccolo è bello”. Non basta! se un momento dopo si rinnega quanto affermato prima.

E’ indispensabile assicurare anche a coloro che rientrano in queste situazioni le condizioni per vivere con pari dignità, non costringerli a rinnegare le proprie origini, la propria terra fino a giungere a non riportare,per esigenze burocratiche, negli atti privati o pubblici l’esistenza dei luoghi di nascita e di residenza a milioni d’italiani  che vivono in Centri abitati che non costituiscono comune autonomo.

Purtroppo si deve lamentare che molti organi di stampa incorrono in queste imprecisioni.

Fino agli anni “70 in tutti gli atti, compresi quelli notarili, venivano riportati sempre i nomi delle Località di nascita e di residenza, prescindendo se queste costituissero Entità comunali.

Non c’è dolore più grande della perdita della terra natia   [  Euripide   ]

Per questi la propria terra è la Località di nascita, il Centro abitato di residenza, non è il Comune. Negarglieli significa offenderli, sancire la morte di luoghi ed affetti cari ai quali sono legati i loro ricordi dall’infanzia in poi, che durano fino alla morte.

Con l’introduzione del codice fiscale ( anni “70/80 che a tutto è servito tranne che a combattere l’evasione) che fa riferimento esclusivo ai Comuni la Burocrazia e l’insensibilità umana hanno decretato la morte per incorporazione (abusiva) di questi Centri abitati, detti anche frazioni, termine accettabile nel campo matematico ma orrendo in senso umanitario e riduttivo con riferimento all’immagine delle Località

Si ritorna a ribadire, senza stancarsi, che la denominazione dei comuni nel cui territorio esistono più Centri abitati, deve essere diversa dai nomi delle Località ivi esistenti. Per un principio di pari dignità e di uguaglianza fra tutte le Località, per evitare e prevenire confusioni tra : comune considerato nel suo insieme e le varie e specifiche aree.

Non parliamo di cosa succede con riguardo alla corrispondenza.

Per un minimo di buon senso e richiamandoci anche alle situazioni  di ordinaria amministrazione della vita quotidiana  la denominazione dell’insieme (alfabeto, casa, famiglia) è e deve essere sempre diversa dai nomi degli elementi che lo formano (vocali e consonanti, camere da letto e da pranzo, padre e figlio).  Tutti sanno che nell’ambito della famiglia per un principio di pari dignità è stata eliminata la figura del capo.

Come già proposto in altro documento si chiede l’obbligo dell’indicazione del nome delle Località in tutti gli atti privati e pubblici ( in Parlamento già esiste una proposta di legge in tal senso, primo firmatario l’on . Ugo Lisi e da 40 deputati), l’attribuzione alle persone fisiche  del codice fiscale con riferimento alle Località (non più al Comune) e Provincia di appartenenza senza l’indicazione di alcuni dati personali che violano il principio della riservatezza, qual’ è il giorno di nascita.

Del resto non si comprende in base a quale logica negli atti va riportato il nome di 1850 Località ( con meno di 1.000 abitanti) solo perché comuni autonomi  e viene decretata la scomparsa da questo mondo (dal punto di vista burocratico) per circa 27.000 Centri abitati, Borghi, Località con popolazione da 200/300 fino a 100.000 residenti.

Un esempio  renderà chiaro il discorso fatto. Le generalità di chi scrive sono le seguenti:

Antonio Fasiello, nato a Strudà (LE), residente ad Acaya (LE). invece per la Burocrazia risulta nato a Vernole, residente a Vernole.

Significa canonizzare l’imprecisione, l’irrazionalità, la falsità e decretare la morte delle Località di Strudà ed Acaya.. Il modello della carta d’identità non chiede il comune ma i luoghi di nascita e di residenza.

Strano ma vero! I pochi atti pubblici in cui viene registrata l’esatta residenza delle persone sono i manifesti mortuari.

Si deve finire col dire che le Località sopravvivono e di esse si continua ad avere un’immagine e a conoscere l’esistenza solo in occasione della morte delle persone ivi residenti.

Distinti saluti

Il presidente

(Antonio prof. Fasiello )

Al Ministero dell’Interno                    Roma

Agli Organi di Stampa                                Loro Sedi

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